29 Ott Una speranza.
E’ così che mi piace immaginarla, è così che mi piace pensarla, perché è cosi che la vivo. Nel
2008, quando abbiamo iniziato nella parrocchia di Nostra Signora di Lourdes a Tor Marancia,
non avevamo la più pallida idea delle realtà di emarginazione sociale che erano presenti sul
nostro territorio. Eppure, nel cuore di Roma, a due passi dall’Eur, a 1 passo dal (oramai) famoso
quartiere della Garbatella, siamo entrati in contatto con una povertà sommersa, nascosta, al
limite dell’invisibile. Si, invisibile, come invisibili sono agli occhi delle istituzioni le persone che
abitano questi luoghi. Luoghi di occupazione, strutture fatiscenti, che famiglie, giovani, con
bambini, tanti bambini, hanno trasformato nella loro casa. Tra loro, tanti immigrati, moltissimi,
sempre più italiani, famiglie di italiani per cui, anche per loro, l’avere una casa oramai è un lusso
insostenibile.
Oramai sono circa 3 anni che portiamo avanti sul territorio un programma di sorveglianza
nutrizionale pediatrico, lo stesso che si svolge nella sede di Tor bella Monaca: ogni mese circa,
distribuiamo un pacco alimentare alle famiglie con bambini dai 0 ai 5aa e, al momento della
distribuzione, offriamo uno screening dello stato nutrizionale dei bambini. In questo tempo,
abbiamo visitato circa 200 bambini, di cui un 50% circa viene seguito costantemente. Ogni
mese, durante una distibuzione vediamo in media 50 bambini e distribuiamo tra i 60 e i 70
pacchi a circa 40 famiglie.
Non avremmo mai immaginato di far fronte a tanto bisogno, un bisogno in costante aumento.
Le nostre risorse sono limitate, interamente provenienti da autofinanziamenti e piccoli contributi
di singoli privati. Nel tempo abbiamo stretto un accordo con il Banco Alimentare, ma comunque
non basta: i generi alimentari vanno integrati, e di parecchio. Per questo, alcune volte,
l’impressione che si ha è quella di star a svuotare il mare con un secchiello. Eppure, quando
vedo i volti di questi bambini, che piangono, ridono, scherzano, giocano, non posso far altro
che pensare che c’è una speranza, che anche se un secchiello sembra davvero troppo poco,
fra di loro c’è la Speranza. La speranza che questa storia possa cambiare. La speranza che fra
di loro un domani ci saranno medici, infermieri, dirigenti, avvocati, ingegneri, padri e madri di
famiglia, persone che magari, proprio in ragione di quello che hanno vissuto nella loro infanzia,
decideranno a loro volta di cambiare la storia e magari chissà…. Racconteranno ai loro figli
di come quando erano bambini, andavano in una Chiesa a prendere un pacco, e per loro era
soltanto un gioco…
Medicina Solidale from Cristiano Baldassari on Vimeo.
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