
12 Apr Un taglio alla vita
Da sette anni il Servizio di Medicina Solidale accoglie, assiste e promuove la vita nascente in condizioni di fragilità, particolarmente tra le fasce sociali più emarginate. Migliaia di donne immigrate e nomadi hanno potuto portare a termine la loro gravidanza grazie all’impegno dei medici, degli infermieri, dei volontari del Servizio che hanno avuto la gioia di vedere venire alla luce centinaia di bambini che in assenza del nostro intervento si sarebbero trasformati in aborti. L’aborto è infatti ancora uno strumento di controllo delle nascite in questo paese che si definisce ancorato a radici cristiane. L’aborto è certamente una delle peggiori forme di violenza che l’umanità abbia potuto immaginare, perché è una violenza esercitata contro chi non può difendersi. Ma non è una responsabilità solo delle donne che abortiscono. E’ responsabilità dei legislatori che hanno dato diritto ad una forma di omicidio, è responsabilità di chi non sostiene le donne che affrontano la gravidanza in condizioni di fragilità sociale. E’ responsabilità degli amministratori che tagliano “per risparmiare” in maniera cieca e indiscriminata.
Proprio quanto accaduto al nostro Servizio in seguito al mandato regionale che prevede un taglio del 50% dell’orario straordinario dei medici: i responsabili dell’ospedale hanno tagliato 500 ore di attività ginecologica ostetrica a un’attività che promuove la vita. La spiegazione è stata che i tagli seppur dolorosi sono necessari. E’ necessario uccidere la vita, i soldi al posto dei bambini. Mi vengono in mente le parole di Gesù rispetto al denaro: Non potete servire due padroni, o servite Dio o servite il denaro! Che voleva dire davvero con questa sentenza severa. Innanzitutto che il denaro è un padrone, un’entità capace di ridurre l’uomo in condizione di servitù, gli detta delle regole. Il denaro è un padrone che si pone in contrasto con Dio che è sì Signore, ma della vita. Il denaro si oppone alla vita, sempre. Quando lo ricerchiamo attraverso il potere, quando lo accumuliamo attraverso forme di contrazione delle spese mascherate da risparmio a danno dei più poveri. Il denaro distrugge ogni logica di rispetto sempre a danno dei più deboli. Donne, bambini, anziani, malati, portatori di handicap. Perché il denaro si pone in una logica di disprezzo della debolezza? Perché Dio nei deboli si manifesta, si rende presente “avevo fame, ero straniero, ero malato” Mt 25. Il denaro è semplicemente coerente con la sua logica di disprezzo di Dio e quindi della vita, della vita nascente. In ogni bambino c’è un progetto d’amore per l’umanità. Recentemente il Papa faceva osservare che dietro l’atrocità dell’aborto si nascondeva anche un impoverimento dell’umanità di talenti preziosi: scienziati, politici illuminati, letterati, musicisti. Mai nati. Come reagire di fronte a questo nuovo Faraone che condanna a morte migliaia di bambini, in nome del buon governo? Quale esodo immaginare per salvare questi innocenti? A quale mare condurli nella speranza che si apra al loro passaggio? E’ una domanda che lascio a tutti voi, sperando che qualcuno accolga questo appello, che qualcuno dei politici che si dichiarano cristiani assuma la difesa di questi santi innocenti e faccia capire a chi ha responsabilità di governo regionale, di azienda ospedaliera universitaria, che la vita non si baratta con il risparmio. Forse non ascolteranno ma questo sarà loro di monito davanti al giudizio della storia e a quello che verrà.
Lucia Ercoli
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