Se questo è un medico

Se questo è un medico

La gamba liquida

Arriva a stento nella sala d’attesa del nostro centro. Cammina male, il volto emaciato, un tremito che lo scuote, e un odore nauseabondo che lo avvolge.

Sto male Dottoressa- aiutami- ieri sono stato in ospedale, avevo la febbre alta ma mi hanno mandato a casa dicendomi che devo prendere gli antibiotici e non ho i soldi.

Dragoliub, è un nostro paziente da molti anni insieme a sua moglie Svetlana, emiparetica e in dialisi. Lui l’assiste con grande amore e non pensa più da mesi al suo diabete; sono sposati da bambini, sono due figli del vento.

Lo faccio entrare nella stanza visita, gli misuro la febbre: 40°C. Glicemia alle stelle, ipoteso.

Somministriamo i farmaci d’urgenza e poi lo accompagno nella stanza visita diabetologica, il Professore lo valuta e vedendolo zoppicare gli chiede di mostrargli il piede.

Lorenza rimuove la scarpa e un liquame nerastro e nauseabondo si versa sul pavimento. E’ gangrena.

Mentre Lorenza si affretta a pulire il pavimento, con il Professore medichiamo la ferita e  fasciamo il piede

Ieri Dragoliub era stato in Pronto Soccorso della nostra città; nessuno gli aveva controllato la glicemia né tantomeno la gamba. Hai la bronchite- vai a casa- Prenditi questo antibiotico in farmacia. Vai, vai a casa.

Il Professore chiama subito la sua collaboratrice esperta nella cura del  piede diabetico che si rende disponibile a valutare Dragoliub e a ricoverarlo. Un nostro volontario si rende disponibile ad accompagnarlo in macchina, lui ci saluta sorridendo e mentre ci ringrazia una lacrima gli scorre sul viso.

6 punti in testa

Svetla è una minuscola donna con gli occhi vivi e ardenti come i carboni accesi. Molto timidamente entra nella stanza e chiede di parlarmi.

La faccio accomodare e mi dice: Tu visiti i bambini?

No io no, ma oggi pomeriggio abbiano la collega pediatra. Il tuo bambino sta male?

Beh no, è passato.

Perché mi hai chiesto allora se visitavo i bambini?

Perché volevo farti vedere mio figlio?

Che succede? Sta male.

Niente, niente adesso sta bene. Ma aveva una ferita alla testa e dovevo toglierli i punti.

Svetla abbassa gli occhi e sfugge lo sguardo.

Le chiedo se fosse stata al Pronto per la rimozione dei punti, ma lei mi interrompe alzando la voce: 25 euro, mi hanno chiesto 25 euro per rimuovere i punti. E io non ce li avevo.Avevo chiesto l’elemosina ma non avevo guadagnato abbastanza.

Ma il bambino sta bene Dottoressa, stai tranquilla.

A questo punto comincio a essere inquieta, capisco che vuole dirmi qualcosa che non riesce a dire. La fisso negli occhi e gli pianto dentro la mia ansia domandando: Chi ha tolto i punti al bambino?

Sono stata io- li ho tolti io in cucina con le forbici. Ma sta bene, sta bene.

Mi alzo con le gambe un po’ tremanti, apro lo scaffale  prendo garze sterili e disinfettante. Tieni Svetla questo ti serve a medicare la ferita, vai a casa adesso e questo pomeriggio porta il tuo bambino dalla pediatra.

Poi l’accompagno in cucina, riempio le buste di latte, biscotti, legumi e frutta. Svetla se ne va sorridendo. Mi saluta con la mano, non vede al di laà del vetro le lacrime che mi inondano la faccia.

25 euro, come i trenta denari sporchi di sangue. Il sangue di un bambino innocente.

Meno di tre mesi

Sevija ha 45 anni, è una lavoratrice instancabile. Da anni fa la mediatrice culturale per la comunità rom e accompagna i bambini dei campi a scuola con una cooperativa sociale.

E’ fiera di se stessa,è riuscita a far studiare i suoi figli, non li ha mai mandati a caritare. E’ conosciuta e apprezzata dalle maestre del quartiere, un riferimento per le madri della sua comunità.

Da giorni ha mal di testa,  un peso sul cuore ma tiene duro non chiede giorni di riposo. Va avanti come un mulo senza dire una parola. Le hanno fatto il contratto di lavoro. Da due mesi e mezzo è in regola. Il sogno di una vita, lei con le sue forze è riuscita ad avere un lavoro e in regola. Una figlia del vento, una donna rom nata solo per fare figli e obbedire, si è ribellata e ha vinto.

Ora potro’ avere un medico, potrò iscrivermi al Sistema Sanitario Nazionale, pensa felice  Sevija e va sicura alla ASL di zona per l’iscrizione.

No, tu non puoi iscriverti- dice freddo l’impiegato- sei in regola ma da meno di tre mesi.

Sevija non crede a quello che l’impiegato dice. Insiste, ma nulla da fare.

Il mal di testa aumenta, il peso sul cuore si intensifica. Camminare diventa pesante, le scale diventano faticose.

Arriva da noi accompagnata dal figlio. Non ce la faccio più Dottoressa e si accascia sulla sedia.

La testa mi fa male e poi il respiro mi manca.

Controllo la pressione arteriosa, la massima  supera i 200 mm di mercurio; facciamo il traciato ECG che depone per una cardiopatia ischemica. Le somministriamo i farmaci del caso. Sevija comincia a sorridere. Il mal di testa non c’è più e anche la morsa sul petto si è allentata.

Il nostro cardiologo la valuta poco dopo: i valori pressori sono diminuiti, il tracciato ECG è migliorato.

Predisponiamo un controllo cardiologico in ospedale, le diamo i farmaci per la terapia domiciliare.

Mi  saluta ringraziandomi e se ne va. -Dai Sevija manca poco ai tre mesi- le dico- poi avrai un tuo medico.

Forse.

No Comments

Sorry, the comment form is closed at this time.

ABBIAMO BISOGNO DEL TUO AIUTO!
Fai una donazione

Caro Visitatore, chiediamo il Tuo aiuto per sostenere le attività dell'Associazione. Medicina Solidale è un'associazione ONLUS autofinanziata. Le donazioni sono fondamentali per finanziare le attività di assistenza e cura che offriamo a tutti gratuitamente. Se esistiamo è grazie al sostegno di persone come Te che scelgono di dare un contributo volontario. Per continuare a garantire tutto questo, anche nei prossimi mesi, il Tuo sostegno economico per noi è di fondamentale aiuto.

Grazie davvero, Presidente IMES