PILLOLA GIORNO DOPO; DA MEDICINA SOLIDALE E UNIONE ITALIANA FORENSE APPELLO A SPERANZA, “VALUTARE IMPATTO A LUNGO TERMINE. PAESE SENZA GARANTE INFANZIA”

PILLOLA GIORNO DOPO; DA MEDICINA SOLIDALE E UNIONE ITALIANA FORENSE APPELLO A SPERANZA, “VALUTARE IMPATTO A LUNGO TERMINE. PAESE SENZA GARANTE INFANZIA”

“La recente decisione dell’agenzia italiana del farmaco di consentire l’accesso delle giovani adolescenti alla pillola del giorno dopo, senza prescrizione medica e senza essere accompagnate da un genitore, è in evidente contrasto con la legge n. 194/1978, il cui obiettivo primario è la tutela sociale della maternità e la prevenzione dell’aborto, da perseguire attraverso politiche di tutela della salute delle donne. In particolare, per l’aspetto concernente le minori, la legge prevede il consenso dei genitori o l’autorizzazione del giudice tutelare. La decisione dell’AIFA è, dunque, illegale, e fa specie che sia stata avallata dal Ministro della Salute. Tra l’altro, il provvedimento si inserisce in un momento in cui l’uso sfrenato del web da parte dei giovani, lasciati sempre più soli, incita al sesso sfrenato e genera abusi sempre più frequenti da parte di “maggiorenni”.

È quanto dichiarano congiuntamente LUCIA ERCOLI, coordinatrice dell’associazione Medicina Solidale ed ELISABETTA RAMPELLI, Presidente Nazionale dell’Unione Italiana Forense.

“Non è giusto, quindi, – aggiungono – incitare le nuove generazioni alla superficialità, abbandonandole, poi, ad una solitudine esistenziale che le obbliga ad assumere responsabilità dal peso schiacciante, senza possibilità di confronto o conforto, ed incidendo dall’esterno, e da estranei, nel loro percorso educativo. E’ urgente, dunque, lanciare un appello al ministro della Salute, che ha confermato la decisione dell’AIFA, e che, probabilmente preso da altre emergenze, non ne ha forse valutato le conseguenze a medio e lungo termine, sia sul piano dello sviluppo psicologico della minore che su quello della trasformazione delle relazioni sociali. L’accesso diretto alla pillola abortiva potrebbe spingere le adolescenti ad evitare le ordinarie cautele, e potrebbe ampliare i confini di quell’area grigia in cui l’abuso e lo sfruttamento sessuale continueranno a restare sommersi e inaccessibili ad ogni tipo di indagine e ad ogni tipo di intervento”.

“Ricordiamo – continuano – che avere rapporti sessuali con un minore è reato, e concedere la possibilità di nascondere i fatti attraverso l’autonomo accesso alla pillola abortiva, non potrà che aumentare i casi di reati non denunciati. Esiste, poi, un’altra contraddizione evidente: nel nostro Paese, ad esempio, un adolescente non ha il diritto di scelta in ambito familiare, ma può scegliere di andare in una farmacia ed acquistare un farmaco che pone fine a un’altra vita”.

“Si ripropone, infine, il problema dell’ascolto del minore, la necessità di garantire il coinvolgimento dell’infanzia e dell’adolescenza – specificano – in ogni percorso che interessa la loro vita. Le nostre associazioni ne hanno fatto un life motive, poiché crediamo che ogni minore debba essere accompagnato nella crescita e seguito attentamente, senza prescindere dalle sue inclinazioni né dalle sue pulsioni più profonde. Sta agli adulti comprenderne i problemi ed aiutare il minore a risolverli, senza provocare lacerazioni, trovando la chiave giusta per poter ascoltare. Un ascolto che si concretizzi nei contesti relazionali più vicini all’adolescente, come la famiglia o la scuola, così come in contesti più delicati come quello giuridico legislativo”.

“Tutelare l’adolescenza – concludono – significa tutelare il futuro del nostro paese e assicurare ai più giovani la possibilità di una vita piena e non condizionata. E in tutto questo il nostro Paese, il nostro Governo, non ha ancora nominato il Garante nazionale per la tutela dei minori”.

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