09 Set Intervento dell’On. Maria Teresa Bellucci contro la pedopornografia online
Estratto dell’interrogazione per intervento urgente contro la pedopornografia online da parte dell’On. Maria Teresa Bellucci:
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-06739
Presentato da
Bellucci Maria Teresa
Venerdì 4 settembre 2020, seduta n. 393
BECCUCCI, ROTELLI e FERRO. — Al Ministro per le pari opportunità e la
famiglia, al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:
sono venti, tra i 13 e i 17 anni, gli adolescenti che hanno partecipato ad un gruppo «social, definito dagli inquirenti «dell’orrore», nel quale si scambiavano immagini «di orribili violenze e con contenuti di alta crudeltà»: ragazzini che guardano altri ragazzini e bambini abusati;
l’inchiesta, coordinata dalla procura dei minori fiorentina, è nata dalla denuncia di una madre che aveva scoperto sul cellulare del figlio 15enne filmati hard con anche bimbi. Dall’analisi del telefonino «è emerso un numero esorbitante di filmati e immagini pedopornografiche, anche sotto forma di stickers, scambiate e cedute dal giovane, rivelatosi l’organizzatore e promotore dell’attività criminosa insieme ad altri minori, attraverso Whatsapp, Telegram e altre applicazioni di messaggistica istantanea e social network. Sul telefono del ragazzo erano inoltre presenti numerosi file “gore”, la nuova frontiera della divulgazione illegale, video e immagini provenienti dal dark web raffiguranti suicidi, mutilazioni, squartamenti e decapitazioni di persone, in qualche caso di animali»;
un’altra indagine, passata del tutto inosservata, ha portato a 50 arresti a Torino per detenzione di materiale pedo-pornografico e di «contenuti raccapriccianti di abusi su minori, ritraenti vere e proprie pratiche di sadismo dove le vittime erano anche neonati»;
essere sempre on line, per la generazione tra gli 11 e i 17 anni, rischia di assottigliare la linea di demarcazione tra vita reale e virtuale, dove i limiti sono inesistenti e anche i giovanissimi sono esposti alla visione di immagini e video a carattere violento senza alcun filtro;
la pedopornografia online continua a prosperare indisturbata, con profitti in costante crescita: quasi 7 milioni e 100 mila le foto segnalate nel 2019, il doppio rispetto al 2018 quando il contatore si fermò a 3 milioni e 50 mila circa.
Quasi stabili i video (992.300 contro 1.123.793 del 2018), in aumento le chat (323 contro 234) e solo nel 2019 sono state individuate 325 cartelle complesse;
i dati, che attestano di un fenomeno in espansione, sono stati presentati da Don Fortunato Di Noto, fondatore dell’Associazione Meter Onlus:
«Analizzandoli più in dettaglio, i numeri dicono che il nostro Centro ascolto per l’accoglienza delle vittime di abuso e in genere delle situazioni di fragilità ha trattato 1.721 casi, abbiamo ricevuto 29.996 richieste telefoniche e 17.375 segnalazioni form da utenti (dal 2007 al 2019); dal 2008 in poi i social network hanno aumentato lo spazio a disposizione dei pedofili e contiamo 8.397 segnalazioni in 17 anni per comunità e social. Per non parlare del Deep web», una giungla nella quale si opera e agisce nella massima libertà al punto che anche per le forze dell’ordine non è facile intervenire e operare e spesso si opera tardivamente rispetto alle tecnologie usate dai cyber-pedofili;
se e quali urgenti iniziative di competenza del Governo intenda assumere per una più efficace repressione della pedopomografia, anche in termini di educazione e sensibilizzazione al terra dei ragazzi in età scolare;
se non ritenga di adottare iniziative per rivedere la normativa, anche in materia di tutela della privacy, che disciplina la possibilità da parte degli amministratori dei siti e delle piattaforme di file sharing di rimuovere il materiale caricato dagli utenti e fornire alle autorità competenti gli indirizzi IP di chi ha caricato e/o scaricato il materiale in questione; …
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